giovedì 25 luglio 2013

Non si cambia pagina, si cambia libro.

E’ quello che dovremmo fare tutti quando ci troviamo di fronte a una situazione del genere. Eppure, a quel libro siamo fottutamente affezionati, anzi, siamo assuefatti. Siamo drogati di un libro che non riusciamo a capire, ma al quale ci siamo abituati. Di quale libro sto parlando? Ma della realtà, ovviamente.
Cos’è reale, direbbe a questo punto Morpheus? “
Se ti riferisci a quello che percepiamo, a quello che possiamo odorare, toccare e vedere, quel reale sono semplici segnali elettrici interpretati dal cervello. Questo è il mondo che tu conosci.
Già, il nostro punto debole, purtroppo, è che un cervello in grado di interpretare, non l’abbiamo più.
Veniamo investiti dal gossip, dal superfluo, dal superficiale, e anziché scansarlo,ed evitare che questo possente TIR ci travolga, ne diventiamo dei fan.
Per analizzare la nostra piccolezza, parliamo di qualcosa di cui parlano tutti, tanto per omologarci, dato che ci piace tanto: è nato il Royal Prince, l’Half-Blood Prince, il futuro erede del trono di Inghilterra. Fantastico, abbiamo incrementato la popolazione mondiale, favorendo un ulteriore depauperamento delle risorse del nostro pianeta, per nutrire un nuovo essere umano. Ottimo. Gioite e godete. Ma ciò che mi sconvolge, è la reazione del volgo, del popolo, inteso nel suo senso più dispregiativo.
Gente che si riversa nelle piazze, bardata come una tappezziera, peggio di quel tale calvo, con movenze leggermente femminee, tal Enzo Miccio. Ebbene, costoro scendono in piazza, festanti, manco avessero vinto una cazzo di Champions League, per gioire di una nuova vita. Ora, per quanto io possa comprendere gli inglesi, data la loro eterna tradizione di sudditi, io mai capirò l’italiano medio. Quello che il pomeriggio osa accendere il televisore. E quale programma deciderà di visionare, alle 3-6 del pomeriggio? Ma certo, uno di quei fottuti talk-show, in cui appunto, talkano, parlano, guardandosi bene dal pensare, ovviamente.
E quindi c’è la gente che esprime gioia per il neonato principe, chi fa scommesse sul nuovo nome, chi brinda pur di “spaccarsiammerda” senza alcun motivo, chi si domanda se dal padre prenderà le orecchie a sventola, oppure il sedere dalla zia Pippa. Di queste informazioni, l’unica veramente interessante è che da ora potremo considerare Kate Middleton una MILF. Ottimo risultato.
E nel frattempo la gente muore. Ohssì. A Santiago de Compostela è deragliato un treno, e ha causato circa 80 morti. Cavolo, che dispiacere. Come dici scusa? Cooooooooooooooooooooooooooooosa? Che ha detto Sara Tommasi? Oh, che quel rapper ha il pisellino piccolo! Che scandalo!
E dire che il popolo italiano ha l’onore di vantarsi di poeti del calibro di Dante, di menti geniali come Galilei, Leonardo da Vinci. Abbiamo avuto il Rinascimento, e subito siamo riusciti a mandarlo a puttane con il Barocco. Perché a noi piace esagerare. La tendenza al superfluo l’abbiamo sempre avuta.
Ed è così che io mi trovai un bel giorno a dover comperare uno sfigatissimo lettore mp3 a mia madre. Mi alzo presto, so che l’Ipercoop apre alle 9.30, alle 9 sono in macchina, di modo da essere sicuro di sbrigarmi in tempo. Tanto c’è crisi, si sa.
Giungo nel luogo X alle ore 9.15. Deve ancora aprire, ma ci sono già individui particolarmente abbronzati che in genere sono etichettati come “abusivi”. Fuggo nel garage sotterraneo.
Buio.
Accendo i fari.
Pallidi volti si girano verso di me.
Gente in attesa dell’apertura. Ma quanti sono? 50? 100? I migliori si sono già appropriati di carrelli di duro acciaio, che utilizzano per acquisire una posizione migliore.
Sentendomi vagamente sfigato, mi metto in fila, in attesa che qualcuno apra.
9.30. Ora X.
Le porte si aprono.
“E così ha inizio” direbbe Theoden di Rhoan.
Un’orda di fieri Uruk sfonda letteralmente l’addetto all’apertura delle porte, e si dirige correndo (per motivi, allora, sconosciuti a me) verso l’ipermercato.
“Bene” mi dico, fiducioso “Entro le 10 avrò finito, e me ne torno a casa”. Povero illuso.
Giunto alle porte dell’ipermercato, la stessa schiera è adesso accalcata, ahimè, alla postazione “tecnologica”, ove vendono telefonini, televisori, lavatrici, frigoriferi, giochi per l’Xbox, console… e anche, purtroppo, lettori mp3.
Pesco un numero: 68.
Siamo al 12.
Cazzo.
Mentre sono lì, mi bastano 5 minuti per capire quale lettore comprare, esaminare prezzi e caratteristiche. Torno fiducioso al bancone. Siamo al 13. E mi tocca rimanere. Bè, vediamo cosa comperano gli altri.
Inutile dire che mi sentivo un pezzente: gente che pagava in contanti 699€ di Samsung Galaxy S4 e che riusciva a mettere a stento insieme due parole di senso compiuto. Televisori al plasma da 5000€. E così via.
Arrivato il mio turno (per fortuna, molti, non motivati a combattere come me, avevano abbandonato la loro postazione. Fuggite, sciocchi!) posso finalmente acquistare il mio lettore mp3, e uscire da quell’inferno fatto a Coop.

Ci preoccupiamo ormai di inezie, perdendo di vista ciò che è veramente importante. I nostri interessi sono ormai il gossip, le tecnologie più costose possibili. Finiamo per osannare il consumo, facciamo un culto dell’eccesso e del superfluo, e siamo da questo attirati.
La tecnologia ci ha impigriti. Elaboriamo cellulari che fungono da: telefoni, orologi, sveglie, navigatori, macchine fotografiche, computer, blocchi per gli appunti, e così via. L’eccesso, di cui siamo ormai schiavi, ci porterà a consumare ancora, nonostante i costi imbarazzanti.
Eh, ma se uno ha la possibilità, perché non dovrebbe comparsi un bel cellulare?
Già, perché?
Con 700€ personalmente ritengo un’idea molto più costruttiva:
-Farsi un viaggio a Ibiza;
-Investirli in libri;
-Investirli in giochi dei Pokemon;
-Investirli in fumetti di Dylan Dog;
-Andare a femmine, se proprio siete tristi.

In ogni caso, ognuno farà come al solito ciò che vuole, quindi non mi rimane che augurarvi una buona serata, vecchi cammelli!

“Noi siamo le variabili. Le persone. Noi pensiamo, ragioniamo, compiamo scelte, abbiamo il libero arbitrio... noi possiamo cambiare il nostro destino.

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