L’uomo, per sua natura, ha da sempre cercato di spingersi oltre, in
qualunque campo. Desiderava la pelliccia, per coprirsi dal freddo. Desiderava
un’arma per difendersi dai nemici. Desiderava coltivare un campo per nutrirsi
con i suoi frutti. Anni dopo, avendo coltivato con cura e amore il suo
giardino, il nostro uomo, Pippo, si accorse che quello del vicino Grultz era
molto più bello. E così l’uomo cominciò a desiderare il giardino del vicino,
senza che questa volta ci fosse un motivo logico alla base. Pippo covò a lungo
questo desiderio, finché questo non si trasformò in ossessione. Pippo uccise
Grultz, prese possesso del giardino del vicino, e cominciò a coltivare anche
questo. Ecco che si accorse che il vicino di Grultz, Poatch, aveva un giardino
ancora più bello e grande.
In generale, l’uomo è spinto dal desiderio di migliorare la sua vita: se in principio era lo
spirito di sopravvivenza a farlo agire, oggi è qualcosa di differente.
Cerchiamo il benessere, ambiamo al meglio, desideriamo salire la vertiginosa
scala del successo.
Possesso. La chiave della felicità. Really?
E non parliamo del possesso materiale di oggetti o giardini, come il caso del
povero Pippo. Ci sono condizioni in cui si ambisce al possesso di uomini e
donne. “Terribile”, direte voi con vocette stridule!
Evidentemente gli schiavisti non la pensavano così: uomini ottusi, per lo più
ignoranti, leggermente sdentati, così vengono di solito rappresentati i
Sudisti, la fazione che durante la guerra civile americana si schierò in favore
dello schiavismo. Questi soggetti tuttavia avevano dei Leader, che vuoi per
motivi economici collegati al traffico di schiavi, vuoi per ideali simpatici
come la gonorrea, diedero filo da torcere ai Nordisti in numerose battaglie,
perdendo però la guerra.
Ma perché dover possedere una persona? Bè, per quanto riguarda lo schiavismo è
semplice: ottenere servizi “aggratis”, senza dover sganciare un cent.
Ma ci sono altre forme di possesso: genitori ansiosi e apprensivi, fidanzati
opprimenti e stalker sono gli schiavisti del mondo odierno.
Punto numero 1: in comune con gli schiavisti, hanno la capacità di mettere su
un piano di inferiorità lo “schiavo”, che in questo caso diventa appunto una
“vittima”. Di fatto, essere vittima di qualcosa, ti rende subordinato a quella
persona e, allargando la nostra veduta, uno schiavo.
Punto numero 2: schiavisti e questi soggetti non comprendono la logica perversa
del loro ragionamento; messi di fronte alla realtà dei fatti, la loro opinione
rimane la stessa, in quanto non è tanto un’opinione quanto un’ossessione.
Punto numero 3: non essendoci possibilità di discussione democratica, l’unica
soluzione possibile è giungere a un punto di rottura, ad una guerra civile,
appunto.
Il desiderio di possesso è intrinseco alla natura dell’uomo. Non
dimentichiamoci però delle altre qualità intrinseche dell’uomo: amore,
comprensione, apertura mentale sono qualità che devono, giustamente, essere
accompagnate da regole. Ma le regole non devono opprimere i rapporti
interpersonali, che invece devono essere sani, scevri da qualunque possibile
demone malvagio. E’ quando facciamo prevalere il demone, al posto dell’amore,
del dialogo, della comprensione, che l’uomo si trasforma in quello che è il suo
lato peggiore.
Cerchiamo di coltivare il nostro terreno, seminiamolo di dialogo, comprensione
dell’altro, immedesimazione; facciamo crescere l’albero dell’amore così alto
che, con la sua ombra, copra totalmente il lurido rampicante del possesso.
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