giovedì 11 luglio 2013

Studente di Medicina… curati!

Sono fra noi, si mescolano con la gente comune, parli con loro senza conoscerne l’intrinseca natura. Sono gli studenti di Medicina.
Lo studente di medicina è una creatura al limite fra la mitologia e la patologia, caratterizzata dalle classiche occhiaie da Panda, un colorito bianco provolina anche in piena estate, un inizio di cifosi che ci ricorda il simpatico Leopardi. Ma questi sono indizi poco indicativi, potreste anche imbattervi in un panda albino con difetti posturali. Non basta.
Riconoscere uno studente di Medicina nel suo habitat sarebbe troppo semplice. Spesso il suo habitat diventa facebook, social network sul quale condivide sue foto con il camice, con la mascherina da sala operatoria, con lo stetofonendoscopio, con il cadavere che ha appena visto dissezionare (e che il suo amico simpaticone commenta improrogabilmente con frasi “Quanto all’etto?” o “Che cosa c’è su quel tavolo da macellaio?”), sue foto da svenuto dopo la dissezione. Chiunque abbia un amico che frequenta la blasonata e onoratissima Facoltà di Medicina e Chirurgia, noterà che la variabilità di post pubblicati è alquanto scarsa: a parte le già citate fotografie, pubblicherà stati riguardanti l’ansia per il suo esame, che questo esame non lo passerà mai, che la vita è un esame, che brucerà i libri (che ha pagato un prezzo maggiore/uguale 100€), che brucerà gli appunti, che brucerà il professore. Inoltre prova somma gioia e gaudio nel pubblicare simpatiche scenette riguardanti le materie che sta studiando, contenenti battute simpaticissime, che nessuno capirà, a parte altri studenti di medicina, che in questo caso apprezzeranno con viva e vibrante soddisfazione.
Nel post esame le reazioni diventano le più disparate: la più comune è un post del tipo “Sììììììììììììì, adesso ho TRENTAAAAAA (30, 30, 30!!!) buoni motivi per cazzeggiareeee XDDDD” e sue varianti. Sì, allo studente di medicina piace vantarsi dei suoi voti con il mondo, il quale si degnerà di mettere un “mi piace” di circostanza, che sta anche a significare “Mortacci tua”. Nel post esame, lo studente di medicina comincerà a ricontattare tutti i suoi amici, con cui aveva perso i contatti da circa 7 mesi, perché “bisogna assolutamente fare qualcosa di pazzooooooo”. Tale fase ha una durata inversamente proporzionale alla data del prossimo appello.
Ora, il mio incredulo e allibito lettore si chiederà: come faccio ad individuare tale essere, e in tal modo schivarlo?
Stiliamo i 5 punti che caratterizzano lo studente di medicina.
1) ANSIA: lo studente di medicina è conscio che il suo lavoro sarà una questione di vita o di morte del paziente. La sua missione è salvare vite. Peccato però che per ogni esame che debba sostenere, egli entri in una fase di iperventilazione, ipersudorazione, crampi intestinali cui seguono innumerevoli scappate in bagno, già da 5 mesi prima del suddetto esame. E ogni esame “è impossibile, e ci sta quel professore che, veramente oh, era meglio quell’altro, almeno le cose le spiegava, qui invece abbiamo dovuto studiare tutto noi, è pazzesco...”.
2) PASSIONE: Per diventare un buon medico serve passione. Lo dice anche Filiberto, figlio del primario, che a sua volta era figlio di un altro primario. Filiberto deve ancora fare il test di ingresso, ma è un convinto sostenitore della odiosissima e ripetutissima frase: "la passione o ce l’hai o non ce l’hai, c’è poco da fare". E lui ce l’ha, oh sì. Tratteremo meglio di Filiberto quando parleremo dei PRESCELTI.
3) SENSO DELL’HUMOR: e qui c’è uno dei punti forti dello studente di medicina. Studiando cose che nessun umano avrebbe mai potuto immaginare, viene a contatto con realtà da memorizzare. E infatti come memorizzare il dotto vitellino, se non con il disegnino di un vitello occhialuto e saccente? Perché non farsi due risate sull’Apparato respiratorio citando il noto slogan pubblicitario “Ah, ma è Bronco!”
Molto diffusi sono anche dei REBUS, che i più acculturati sono in grado di elaborare: Un water con una corona in testa, seguito dal disegno della regione ascellare, diventa magicamente “recesso ascellare”.
Se non vi siete ancora suicidati, passiamo al punto 4, così vi diamo un’altra occasione!
4) COMPETITIVITA’: Un giocatore dell’NBA risulterebbe piuttosto rilassato a confronto. Devono conoscere i risultati dell’esame del loro compagno di corsi, con il quale confrontano voti, media, lunghezza del pene. Se sono andati meglio loro, rincuoreranno il compagno con un “Dai, 23 non è mica male come voto, poi dai, sto esame bisogna toglierselo e basta! Poi vabbè, io sono stato fortunato, ma 29 non è poi una gran cosa”. Se hanno avuto la peggio nel confronto, la loro reazione sarà sparire dalla circolazione per qualche settimana, ignorando i persistenti messaggi su facebook, skype, WhatsApp, letterine di babbo natale del compagno; da sottolineare è che il compagno è a conoscenza del suo voto, ma nutre l’impellente bisogno di una ammissione di colpa da parte dell’amico/rivale: è una rivisitazione del rapporto con il rivale in qualunque gioco dei Pokemon.
5) RUNE ANTICHE: durante il tirocinio-medico di base, i nostri studenti di Medicina hanno l’occasione di apprendere avidamente tutti i segreti del mestiere, fra cui la rinomata scrittura arcaica, un tipo di carattere che nemmeno Word è mai riuscito a replicare. Difficile da interpretare da tutti, fuorché dai farmacisti, i quali seguono dei corsi appositi di decifrazione.

Questi semplici dati dovrebbero essere sufficienti ad identificare un generico studente di medicina. Il problema è che di studenti di medicina ne esistono varie categorie. Analizziamole insieme. Perché, mi domanderà il povero lettore? Perché la gente deve sapere, solo conoscendo la realtà potremo affrontarla.

Il prescelto
: Filiberto. Il suo destino è fare il medico, da piccolo ha collezionato tutte le cassette di “Esplorando il corpo umano”, giocava all’Allegro chirurgo, era un fan di Piero Angela e adorava Super Quark. Lui sa che è in gioco una volontà celeste, superiore, che lo guida e lo sprona nella ricerca della medicina. Guarda schifato i suoi futuri colleghi, conscio che non condividano la sua stessa motivazione, la stessa ispirazione divina. E' il Light Yagami della medicina, è destinato a diventare un dottore: se non lui, chi altro? Se non ora, quando?
La sua arma letale: la passione.

L’ansiogeno:
di solito di sesso femminile, ma recentemente se ne sono avvistati parecchi esemplari anche di sesso maschile. Per lui ogni esame che fa è peggiore del precedente. Anche se ha dato anatomia e deve fare l’esame di statistica, statistica è di gran lunga peggiore perché c’è la matematica. Dopo statistica, il problema diventerà anatomia patologica, perché è troppo estesa. Dopo diventerà farmacologia, perché è una lista da imparare solo a memoria. Riconoscibile dalle occhiaie con le quali si presenta all’esame, dai tic nervosi quale gamba parkinsoniana che urta contro la tua sedia e dalla tipica affermazione “Non lo passerò mai”. Di fatto, tali soggetti, sfruttando questa loro intrinseca caratteristica, sono quelli che hanno una maggiore probabilità di ottenere 30 e Lode, probabilmente perché esauriscono il programma e si concedono la “settima ripetizione” 2 mesi prima dell’appello.
Il cazzone: di lui si sa tutto, tutti lo conoscono, nessuno sa che esami abbia dato. Perché, diciamolo, ha mai dato esami? Entrato a Medicina non si sa grazie a quale divinità, diventa l’anima della festa, conosce tutta la facoltà il primo giorno, è un grande amico del tecnico di laboratorio e degli addetti alle pulizie, con cui smezza le canne. Spesso tale soggetto entra in associazioni studentesche con il solo scopo di organizzare “Pool party”, “Schiuma party”, insomma, party. La sua vita è una festa, lui sta bene. A parte per l’essere 6 anni fuoricorso.
Il suo tallone d’Achille? 46, di scarpe.


Il vegliardo: specie rara, ma ogni anno se ne individua qualcuno. Non si è ben capito se è eccessivamente fuoricorso, o se ha deciso di intraprendere la facoltà di M&C a 40 anni. Di certo è che fa molto clamore fra la folla. Sfoggiando nozioni che la maggior parte dei pivelli ignora, riesce spesso a far colpo sui professori (in quanto più giovane di almeno 20 anni).

Lo studente di medicina “normale”: posto in posizione anatomica, lo studente di medicina normale offre a considerare un piano frontale sul quale possiamo individuare… è il ragazzo o la ragazza che cerca di affrontare una disciplina sicuramente difficile, dura, per certi versi controversa. E’ una lotta contro il tempo, addirittura contro la natura umana. E’ una scelta coraggiosa, quella di affrontare un simile rischio, eppure conscio di questo, ogni giorno lo studente di medicina si alza, si prende 0.5L di caffè, e comincia a studiare, lavorare, aiutare le persone, litigare con le persone, finire denunciato da quelle persone. Ma tutto questo con un fine ultimo: come direbbe Filiberto, avere passione per ciò che si fa.
Che ciò sia vero o no, l’importante è arrivare al termine della propria giornata e sentirsi stanchi, ma anche soddisfatti: già, quella bella esplorazione rettale al vostro amministratore di condominio vi ha dato un’enorme soddisfazione!

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