giovedì 25 luglio 2013

Non si cambia pagina, si cambia libro.

E’ quello che dovremmo fare tutti quando ci troviamo di fronte a una situazione del genere. Eppure, a quel libro siamo fottutamente affezionati, anzi, siamo assuefatti. Siamo drogati di un libro che non riusciamo a capire, ma al quale ci siamo abituati. Di quale libro sto parlando? Ma della realtà, ovviamente.
Cos’è reale, direbbe a questo punto Morpheus? “
Se ti riferisci a quello che percepiamo, a quello che possiamo odorare, toccare e vedere, quel reale sono semplici segnali elettrici interpretati dal cervello. Questo è il mondo che tu conosci.
Già, il nostro punto debole, purtroppo, è che un cervello in grado di interpretare, non l’abbiamo più.
Veniamo investiti dal gossip, dal superfluo, dal superficiale, e anziché scansarlo,ed evitare che questo possente TIR ci travolga, ne diventiamo dei fan.
Per analizzare la nostra piccolezza, parliamo di qualcosa di cui parlano tutti, tanto per omologarci, dato che ci piace tanto: è nato il Royal Prince, l’Half-Blood Prince, il futuro erede del trono di Inghilterra. Fantastico, abbiamo incrementato la popolazione mondiale, favorendo un ulteriore depauperamento delle risorse del nostro pianeta, per nutrire un nuovo essere umano. Ottimo. Gioite e godete. Ma ciò che mi sconvolge, è la reazione del volgo, del popolo, inteso nel suo senso più dispregiativo.
Gente che si riversa nelle piazze, bardata come una tappezziera, peggio di quel tale calvo, con movenze leggermente femminee, tal Enzo Miccio. Ebbene, costoro scendono in piazza, festanti, manco avessero vinto una cazzo di Champions League, per gioire di una nuova vita. Ora, per quanto io possa comprendere gli inglesi, data la loro eterna tradizione di sudditi, io mai capirò l’italiano medio. Quello che il pomeriggio osa accendere il televisore. E quale programma deciderà di visionare, alle 3-6 del pomeriggio? Ma certo, uno di quei fottuti talk-show, in cui appunto, talkano, parlano, guardandosi bene dal pensare, ovviamente.
E quindi c’è la gente che esprime gioia per il neonato principe, chi fa scommesse sul nuovo nome, chi brinda pur di “spaccarsiammerda” senza alcun motivo, chi si domanda se dal padre prenderà le orecchie a sventola, oppure il sedere dalla zia Pippa. Di queste informazioni, l’unica veramente interessante è che da ora potremo considerare Kate Middleton una MILF. Ottimo risultato.
E nel frattempo la gente muore. Ohssì. A Santiago de Compostela è deragliato un treno, e ha causato circa 80 morti. Cavolo, che dispiacere. Come dici scusa? Cooooooooooooooooooooooooooooosa? Che ha detto Sara Tommasi? Oh, che quel rapper ha il pisellino piccolo! Che scandalo!
E dire che il popolo italiano ha l’onore di vantarsi di poeti del calibro di Dante, di menti geniali come Galilei, Leonardo da Vinci. Abbiamo avuto il Rinascimento, e subito siamo riusciti a mandarlo a puttane con il Barocco. Perché a noi piace esagerare. La tendenza al superfluo l’abbiamo sempre avuta.
Ed è così che io mi trovai un bel giorno a dover comperare uno sfigatissimo lettore mp3 a mia madre. Mi alzo presto, so che l’Ipercoop apre alle 9.30, alle 9 sono in macchina, di modo da essere sicuro di sbrigarmi in tempo. Tanto c’è crisi, si sa.
Giungo nel luogo X alle ore 9.15. Deve ancora aprire, ma ci sono già individui particolarmente abbronzati che in genere sono etichettati come “abusivi”. Fuggo nel garage sotterraneo.
Buio.
Accendo i fari.
Pallidi volti si girano verso di me.
Gente in attesa dell’apertura. Ma quanti sono? 50? 100? I migliori si sono già appropriati di carrelli di duro acciaio, che utilizzano per acquisire una posizione migliore.
Sentendomi vagamente sfigato, mi metto in fila, in attesa che qualcuno apra.
9.30. Ora X.
Le porte si aprono.
“E così ha inizio” direbbe Theoden di Rhoan.
Un’orda di fieri Uruk sfonda letteralmente l’addetto all’apertura delle porte, e si dirige correndo (per motivi, allora, sconosciuti a me) verso l’ipermercato.
“Bene” mi dico, fiducioso “Entro le 10 avrò finito, e me ne torno a casa”. Povero illuso.
Giunto alle porte dell’ipermercato, la stessa schiera è adesso accalcata, ahimè, alla postazione “tecnologica”, ove vendono telefonini, televisori, lavatrici, frigoriferi, giochi per l’Xbox, console… e anche, purtroppo, lettori mp3.
Pesco un numero: 68.
Siamo al 12.
Cazzo.
Mentre sono lì, mi bastano 5 minuti per capire quale lettore comprare, esaminare prezzi e caratteristiche. Torno fiducioso al bancone. Siamo al 13. E mi tocca rimanere. Bè, vediamo cosa comperano gli altri.
Inutile dire che mi sentivo un pezzente: gente che pagava in contanti 699€ di Samsung Galaxy S4 e che riusciva a mettere a stento insieme due parole di senso compiuto. Televisori al plasma da 5000€. E così via.
Arrivato il mio turno (per fortuna, molti, non motivati a combattere come me, avevano abbandonato la loro postazione. Fuggite, sciocchi!) posso finalmente acquistare il mio lettore mp3, e uscire da quell’inferno fatto a Coop.

Ci preoccupiamo ormai di inezie, perdendo di vista ciò che è veramente importante. I nostri interessi sono ormai il gossip, le tecnologie più costose possibili. Finiamo per osannare il consumo, facciamo un culto dell’eccesso e del superfluo, e siamo da questo attirati.
La tecnologia ci ha impigriti. Elaboriamo cellulari che fungono da: telefoni, orologi, sveglie, navigatori, macchine fotografiche, computer, blocchi per gli appunti, e così via. L’eccesso, di cui siamo ormai schiavi, ci porterà a consumare ancora, nonostante i costi imbarazzanti.
Eh, ma se uno ha la possibilità, perché non dovrebbe comparsi un bel cellulare?
Già, perché?
Con 700€ personalmente ritengo un’idea molto più costruttiva:
-Farsi un viaggio a Ibiza;
-Investirli in libri;
-Investirli in giochi dei Pokemon;
-Investirli in fumetti di Dylan Dog;
-Andare a femmine, se proprio siete tristi.

In ogni caso, ognuno farà come al solito ciò che vuole, quindi non mi rimane che augurarvi una buona serata, vecchi cammelli!

“Noi siamo le variabili. Le persone. Noi pensiamo, ragioniamo, compiamo scelte, abbiamo il libero arbitrio... noi possiamo cambiare il nostro destino.

giovedì 11 luglio 2013

Studente di Medicina… curati!

Sono fra noi, si mescolano con la gente comune, parli con loro senza conoscerne l’intrinseca natura. Sono gli studenti di Medicina.
Lo studente di medicina è una creatura al limite fra la mitologia e la patologia, caratterizzata dalle classiche occhiaie da Panda, un colorito bianco provolina anche in piena estate, un inizio di cifosi che ci ricorda il simpatico Leopardi. Ma questi sono indizi poco indicativi, potreste anche imbattervi in un panda albino con difetti posturali. Non basta.
Riconoscere uno studente di Medicina nel suo habitat sarebbe troppo semplice. Spesso il suo habitat diventa facebook, social network sul quale condivide sue foto con il camice, con la mascherina da sala operatoria, con lo stetofonendoscopio, con il cadavere che ha appena visto dissezionare (e che il suo amico simpaticone commenta improrogabilmente con frasi “Quanto all’etto?” o “Che cosa c’è su quel tavolo da macellaio?”), sue foto da svenuto dopo la dissezione. Chiunque abbia un amico che frequenta la blasonata e onoratissima Facoltà di Medicina e Chirurgia, noterà che la variabilità di post pubblicati è alquanto scarsa: a parte le già citate fotografie, pubblicherà stati riguardanti l’ansia per il suo esame, che questo esame non lo passerà mai, che la vita è un esame, che brucerà i libri (che ha pagato un prezzo maggiore/uguale 100€), che brucerà gli appunti, che brucerà il professore. Inoltre prova somma gioia e gaudio nel pubblicare simpatiche scenette riguardanti le materie che sta studiando, contenenti battute simpaticissime, che nessuno capirà, a parte altri studenti di medicina, che in questo caso apprezzeranno con viva e vibrante soddisfazione.
Nel post esame le reazioni diventano le più disparate: la più comune è un post del tipo “Sììììììììììììì, adesso ho TRENTAAAAAA (30, 30, 30!!!) buoni motivi per cazzeggiareeee XDDDD” e sue varianti. Sì, allo studente di medicina piace vantarsi dei suoi voti con il mondo, il quale si degnerà di mettere un “mi piace” di circostanza, che sta anche a significare “Mortacci tua”. Nel post esame, lo studente di medicina comincerà a ricontattare tutti i suoi amici, con cui aveva perso i contatti da circa 7 mesi, perché “bisogna assolutamente fare qualcosa di pazzooooooo”. Tale fase ha una durata inversamente proporzionale alla data del prossimo appello.
Ora, il mio incredulo e allibito lettore si chiederà: come faccio ad individuare tale essere, e in tal modo schivarlo?
Stiliamo i 5 punti che caratterizzano lo studente di medicina.
1) ANSIA: lo studente di medicina è conscio che il suo lavoro sarà una questione di vita o di morte del paziente. La sua missione è salvare vite. Peccato però che per ogni esame che debba sostenere, egli entri in una fase di iperventilazione, ipersudorazione, crampi intestinali cui seguono innumerevoli scappate in bagno, già da 5 mesi prima del suddetto esame. E ogni esame “è impossibile, e ci sta quel professore che, veramente oh, era meglio quell’altro, almeno le cose le spiegava, qui invece abbiamo dovuto studiare tutto noi, è pazzesco...”.
2) PASSIONE: Per diventare un buon medico serve passione. Lo dice anche Filiberto, figlio del primario, che a sua volta era figlio di un altro primario. Filiberto deve ancora fare il test di ingresso, ma è un convinto sostenitore della odiosissima e ripetutissima frase: "la passione o ce l’hai o non ce l’hai, c’è poco da fare". E lui ce l’ha, oh sì. Tratteremo meglio di Filiberto quando parleremo dei PRESCELTI.
3) SENSO DELL’HUMOR: e qui c’è uno dei punti forti dello studente di medicina. Studiando cose che nessun umano avrebbe mai potuto immaginare, viene a contatto con realtà da memorizzare. E infatti come memorizzare il dotto vitellino, se non con il disegnino di un vitello occhialuto e saccente? Perché non farsi due risate sull’Apparato respiratorio citando il noto slogan pubblicitario “Ah, ma è Bronco!”
Molto diffusi sono anche dei REBUS, che i più acculturati sono in grado di elaborare: Un water con una corona in testa, seguito dal disegno della regione ascellare, diventa magicamente “recesso ascellare”.
Se non vi siete ancora suicidati, passiamo al punto 4, così vi diamo un’altra occasione!
4) COMPETITIVITA’: Un giocatore dell’NBA risulterebbe piuttosto rilassato a confronto. Devono conoscere i risultati dell’esame del loro compagno di corsi, con il quale confrontano voti, media, lunghezza del pene. Se sono andati meglio loro, rincuoreranno il compagno con un “Dai, 23 non è mica male come voto, poi dai, sto esame bisogna toglierselo e basta! Poi vabbè, io sono stato fortunato, ma 29 non è poi una gran cosa”. Se hanno avuto la peggio nel confronto, la loro reazione sarà sparire dalla circolazione per qualche settimana, ignorando i persistenti messaggi su facebook, skype, WhatsApp, letterine di babbo natale del compagno; da sottolineare è che il compagno è a conoscenza del suo voto, ma nutre l’impellente bisogno di una ammissione di colpa da parte dell’amico/rivale: è una rivisitazione del rapporto con il rivale in qualunque gioco dei Pokemon.
5) RUNE ANTICHE: durante il tirocinio-medico di base, i nostri studenti di Medicina hanno l’occasione di apprendere avidamente tutti i segreti del mestiere, fra cui la rinomata scrittura arcaica, un tipo di carattere che nemmeno Word è mai riuscito a replicare. Difficile da interpretare da tutti, fuorché dai farmacisti, i quali seguono dei corsi appositi di decifrazione.

Questi semplici dati dovrebbero essere sufficienti ad identificare un generico studente di medicina. Il problema è che di studenti di medicina ne esistono varie categorie. Analizziamole insieme. Perché, mi domanderà il povero lettore? Perché la gente deve sapere, solo conoscendo la realtà potremo affrontarla.

Il prescelto
: Filiberto. Il suo destino è fare il medico, da piccolo ha collezionato tutte le cassette di “Esplorando il corpo umano”, giocava all’Allegro chirurgo, era un fan di Piero Angela e adorava Super Quark. Lui sa che è in gioco una volontà celeste, superiore, che lo guida e lo sprona nella ricerca della medicina. Guarda schifato i suoi futuri colleghi, conscio che non condividano la sua stessa motivazione, la stessa ispirazione divina. E' il Light Yagami della medicina, è destinato a diventare un dottore: se non lui, chi altro? Se non ora, quando?
La sua arma letale: la passione.

L’ansiogeno:
di solito di sesso femminile, ma recentemente se ne sono avvistati parecchi esemplari anche di sesso maschile. Per lui ogni esame che fa è peggiore del precedente. Anche se ha dato anatomia e deve fare l’esame di statistica, statistica è di gran lunga peggiore perché c’è la matematica. Dopo statistica, il problema diventerà anatomia patologica, perché è troppo estesa. Dopo diventerà farmacologia, perché è una lista da imparare solo a memoria. Riconoscibile dalle occhiaie con le quali si presenta all’esame, dai tic nervosi quale gamba parkinsoniana che urta contro la tua sedia e dalla tipica affermazione “Non lo passerò mai”. Di fatto, tali soggetti, sfruttando questa loro intrinseca caratteristica, sono quelli che hanno una maggiore probabilità di ottenere 30 e Lode, probabilmente perché esauriscono il programma e si concedono la “settima ripetizione” 2 mesi prima dell’appello.
Il cazzone: di lui si sa tutto, tutti lo conoscono, nessuno sa che esami abbia dato. Perché, diciamolo, ha mai dato esami? Entrato a Medicina non si sa grazie a quale divinità, diventa l’anima della festa, conosce tutta la facoltà il primo giorno, è un grande amico del tecnico di laboratorio e degli addetti alle pulizie, con cui smezza le canne. Spesso tale soggetto entra in associazioni studentesche con il solo scopo di organizzare “Pool party”, “Schiuma party”, insomma, party. La sua vita è una festa, lui sta bene. A parte per l’essere 6 anni fuoricorso.
Il suo tallone d’Achille? 46, di scarpe.


Il vegliardo: specie rara, ma ogni anno se ne individua qualcuno. Non si è ben capito se è eccessivamente fuoricorso, o se ha deciso di intraprendere la facoltà di M&C a 40 anni. Di certo è che fa molto clamore fra la folla. Sfoggiando nozioni che la maggior parte dei pivelli ignora, riesce spesso a far colpo sui professori (in quanto più giovane di almeno 20 anni).

Lo studente di medicina “normale”: posto in posizione anatomica, lo studente di medicina normale offre a considerare un piano frontale sul quale possiamo individuare… è il ragazzo o la ragazza che cerca di affrontare una disciplina sicuramente difficile, dura, per certi versi controversa. E’ una lotta contro il tempo, addirittura contro la natura umana. E’ una scelta coraggiosa, quella di affrontare un simile rischio, eppure conscio di questo, ogni giorno lo studente di medicina si alza, si prende 0.5L di caffè, e comincia a studiare, lavorare, aiutare le persone, litigare con le persone, finire denunciato da quelle persone. Ma tutto questo con un fine ultimo: come direbbe Filiberto, avere passione per ciò che si fa.
Che ciò sia vero o no, l’importante è arrivare al termine della propria giornata e sentirsi stanchi, ma anche soddisfatti: già, quella bella esplorazione rettale al vostro amministratore di condominio vi ha dato un’enorme soddisfazione!

lunedì 8 luglio 2013

Avere un amico speciale... Pipino.

Sì, amico, parlo proprio con te! Amico speciale! Che cosa si intende per amico speciale?
Vedi, un amico speciale è come Peregrino Tuc (Pipino) per Meriadoc Brandibuck (Marry), è come Robin per Batman, come Poldo per Braccio di Ferro, come l’Italia per la Germania. Insomma, è l’amico un po’ sfigatello, sempre in secondo piano, con degli strani vizi altamente fastidiosi.
Pipino. Come mi è venuto in mente di citarlo? Un individuo fastidioso come la rucola tra gli incisivi. No, fan di Pipino, placatevi… quale ruolo significativo ha avuto nella trama Pipino? Attira i nemici giocherellando con uno scheletro…. Uno scheletro pieno di ragnatele… diamine, sarà stato pieno di Serratia marcescens, di Staphilococcus Aureus, di…  vabè, avete capito il concetto. Decide di scippare il Palantir a Gandalf, con l’intento di… guardarlo.
Pipino è il classico cazzaro del gruppo, quello che quando va in giro per Hobbiville urla in giro che ce l’ha lungo, sì, quel fuoco di artificio rubato a Gandalf è proprio lungo; è il classico ragazzo pestifero che ti fotte le carote e i carciofi dall’orto che hai coltivato con cura per lunghi anni e per il quale nutri tanto affetto. Ma arriva Pipino a distruggere i tuoi piani e i tuoi progetti.
Questa è una connotazione di amico speciale. 
Ma l’amico speciale, seriamente, è ciò che è Sam per Frodo… cavolo quanti esempi sul signore degli anelli che sto facendo. Lotr non è semplicemente un romanzo fantasy, diventa una vera e propria storia di amicizia, di amore, di viaggi e avventure, tutto nello stesso libro. Personalmente una delle frasi che più mi ha colpito è stata, ne “Il ritorno del re”:
Gimli: Chi pensava di morire combattendo fianco a fianco a un Elfo?
Legolas: E invece fianco a fianco ad un amico?
Gimli: Sì... Questo potrei farlo!
Bellissimo, poetico, struggente. L’unione di due civiltà, di due popoli da tempo divisi, in nome di uno dei più nobili valori, l’amicizia. E poi dai, diciamolo, Gimli con quella barba sarebbe il sogno di ogni elfo o donna.
Ma, come dicevo prima, la storia che viene maggiormente seguita è quella di Frodo e Sam.I nostri giovani eroi compiono un viaggio incredibile, affrontando terre inesplorate, terribili orchi, ancor più cruenti Uruk-hai, interminabili scalate lungo vertiginose montagne, per giungere infine alle pendici del Monte Fato, ove finalmente potranno unirsi in matrimonio per mezzo dell’Unico Anello. Ah, no, non era questa la storia? No, in effetti mancava qualcosa… * gollum gollum *
Gollum, anche detto Smeagle, un altro spasimante dell’Anello. Esatto, le persone tendono a sposarsi l’anello, non è un caso che alla fine lo chiamino “tesoro”. Anche Gollum ha una bella storia di amicizia alle spalle: per entrare in possesso del sssssuo tesssssoro, a parte prendere lezioni da Nichi Vendola sulla pronuncia, ha anche dovuto assassinare brutalmente a mani nude il suo migliore amico nel giorno del suo compleanno! TANTI AUGURI!
Per tutto il film, Samvise, volgarmente battezzato Sam, segue fedelmente il
S suo padron Frodo, in una evidente parabola del rapporto Valvassore-Valvassino. Sam cura il giardino di casa Baggins, cucina per padron Frodo, lo protegge dai nemici, gli stira le camice, gli prepara il caffè la mattina fin quando l’Unico si intromette nella loro quotidianità e niente sarà più come prima. Soprattutto quando Frodo decide di fidarsi di Gollum, il quale lo pedina dall’inizio del film, ha cercato di strozzarlo, lo voleva morto e presenta una personalità schizofrenica per nulla rassicurante. Frodo, dotato di incredibile sagacia, decide di fidarsi di Gollum al posto di Sam, trattandolo pure come una merdina! Povero Samvise. Ciò che ammiro in Sam è la sua caparbietà, il suo coraggio, la fedeltà nei confronti dell’Hobbit che ama! E alla fine Frodo non può far altro che cedere al fascino del ricciolino dorato.

L’amicizia è un valore profondo, vitale per l’uomo. Una vera amicizia non ha termine con un litigio, per una diversità d’opinioni, perché su certe cose si va oltre. Fate come Sam: non fermatevi di fronte alla quattordicesima difficoltà che il vostro padron Frodo vi pone… andate avanti, chiedetevi quanto vale la sua amicizia e cosa rappresenta per voi. Ma soprattutto pensate a cosa significherebbe perdere la sua presenza, i suoi sorrisi, le esperienze vissute insieme.

domenica 7 luglio 2013

Etica, Death Note e Dan Brown (Spoiler, spoiler, spoiler)

L'etica. "Che palle!" dirà il mio ipotetico quanto improbabile lettore. Che diamine  è l'etica, perché me ne dovrei preoccupare?
Dunque, per non farla troppo lunga, l'etica (almeno per come la intendo io) è ciò che permette di distinguere il giusto dallo sbagliato, il bene dal male, Goku da Freezer.

Da sempre mi sono chiesto se fosse etico fare uno studio sull'etica stessa, ma questo dovrebbe essere un ragionamento da filosofi, quindi lasciamoli litigare pure i nostri amici sapienti, e noi occupiamoci delle faccende serie. Spunti interessanti sull'etica soggiungono semplicemente osservando il comportamento umano, come faceva il buon Socrate, uno dei più grandi rompicoglioni mai spuntato sulla faccia della Terra (eppure è una delle mie ispirazioni, guarda caso). Secondo il nostro Socrate, per fare del bene era necessario ricercare la sophia, la sapienza: la conoscenza è la chiave per fare del bene, ed eventualmente estenderla agli altri. Cerchiamo quindi di evitare improperi gratuiti rivolti all'albero genealogico dei nostri professori, in cuor loro stanno facendo del bene... ora potete liberamente insultarmi :D
Eppure spesso sophia ed etica entrano in conflitto. "Fin dove è giusto spingersi???" detto con il tono più melodrammatico possibile. Ebbene, leggendo l'ultimo libro di Dan Brown, Inferno, me lo sono chiesto. Chi non ha letto il romanzo e non vuole degli spoiler gratuiti... boh, ti consiglio di guardare una puntata di The Big Bang Theory, impiegheresti meglio il tuo tempo!
Bene, in Inferno, Dan Brown affronta una tematica interessante, quella della sovrappopolazione mondiale: siamo troppi (ormai oltre i 7 miliardi), consumiamo troppo, degradiamo l'ambiente che ci ha generati, rischiamo l'estinzione se non facciamo qualcosa. Ed ecco che interviene un luminare scienziato, dotato di elevatissimo QI, ricchissimo, bello, alto, occhi verdi... un soggetto del genere, a parte farmi incazzare a priori, che cosa fa? Decide di risolvere il problema della sovrappopolazione mondiale. No, dico, non va a Uomini&Donne! Decide proprio di risolvere il problema della sovrappopolazione mondiale. E come lo farà, chiede il mio docile e sensibile lettore?
CREANDO UN CAZZO DI VIRUS. Ma non un virus normale, che non so, ti manda in bagno per tutta la notte. Nono. Crea un vettore virale, un virus che modifica il DNA e che rende un terzo della popolazione sterile. 
...
...
...
Eh?
Già. Non solo Langdon (il caro prof di storia dell'arte che viene puntualmente coinvolto in qualunque caso di emergenza nazionale o mondiale) viene raggirato per 3/4 del libro da tutti, proprio tutti, i personaggi che in qualche modo vengono in contatto con lui. Non solo. Arrivato a destinazione dopo una difficile caccia al tesoro tipica del DanBrownismo, scopre che il virus è già diffuso e quindi tutto è stato inutile. E quindi, 1/3 della popolazione mondiale diventa sterile.
In questo caso, il nostro scienziato ha applicato la conoscenza, senza alcun pensiero riguardante le conseguenze etiche e morali che una cosa simile avrebbe comportato: una coppia sventurata, pur amandosi, non avrebbe mai potuto avere un figlio proprio. Eh, ma è per un BENE SUPERIORE, per salvaguardare la razza umana. Quindi esiste un bene che risulti essere superiore all'amore? Ma si sa, io sono un inguaribile romanticone.

Un soggetto di vedute simili al nostro scienziato è un altro geniaccio, studente modello, anche lui bravo e bello, ma in questo caso annoiato! Tutti i n3rd come me, hanno già capito di chi si tratta: Light Yagami detto anche Kira. 
Oh, Kira, la mia gattinaaaaa! Ah, Kira in giapponese è la traslitterazione della parola "killer". Costui si presenta bene.
Light è un ragazzo bello, intelligente, primo studente del Giappone, figlio di un poliziotto, ha tutte le carte in regola per sfondare. Ma è annoiato. Un bel giorno, cade sulla Terra un "Death Note", un diario su cui puoi scrivere i compiti, gli appuntamenti dal dentista, le date degli esami, i numeri di telefono degli amici, ma non i nomi dei suddetti amici... ehggià, se scrivi il nome di una persona sul diario, quella muore.

E cosa decide di fare Light Yagami con questo diario? Essendo un ragazzo di solidi principi morali, figlio di un poliziotto, intelligente e bello, decide di giustiziare tutti i delinquenti del mondo nonché coloro che gli si oppongono e diventare "the God of this new World". Un mondo ideale, privo di criminali, di mafiosi, di assassini, di ladri e stupratori. Wow, bella idea. Peccato che si scontra con... con... ah, grazie Socrate, con l'etica!
Benché in America (Iù e sei, iù e sei, iù e sei [USA .ndr]) la pena di morte venga applicata senza farsi troppe domande, non tutti i sistemi legislativi hanno una simile concezione... magari non è proprio giusto che un ladro venga condannato a morte, magari prima ci dovremmo chiedere il perché di alcuni gesti. Per questo esistono tribunali e giurie, che devono analizzare non solo cosa è successo, ma quali sono i motivi che ne sono alla base. Decontestualizzare un atto criminale ci porta solo ad una omologazione e ciò ci conduce sicuramente al metodo Kira: uccidiamo indiscriminatamente i criminali, la feccia. Ma mio caro Kira, come diceva una tenera donna di nome Agatha Christie, l'umanità è quello che è.

Sia Kira, sia Bertrand Zobrist (diamo finalmente un nome allo scienziato di Dan Brown) hanno cercato di creare in qualche modo un mondo del tutto utopico, ideale: un mondo in cui la popolazione sia in equilibrio con l'ecosistema, un mondo libero dalla criminalità e dal pensare egoistico delle persone che, di conseguenza, porta al crimine. Ma ciò che le due menti geniali non hanno analizzato erano le implicazioni etiche del loro comportamento, cosa che ha portato entrambi di fronte alla catastrofe.


Vado a farmi un bicchierino dopo cotanta scrittura. Hasta luego, compañeros!