mercoledì 15 gennaio 2014

Le coincidenze non esistono. Parola di Trenitalia.



Il viaggio. Un tema bellissimo ed affascinante:  viaggiare significa conoscere, ampliare la mente, rapportarsi con realtà di cui non si era a conoscenza. Non a caso, i più grandi poeti e scrittori hanno, nelle loro opere, trattato il tema del viaggio, come sinonimo della crescita e maturazione dei personaggi che l’hanno intrapreso; alla fine di un viaggio, non sarai più la stessa persona.
E su questo punto mi sento di concordare vivamente: dopo un viaggio con Trenitalia non sarai più lo stesso.
Innanzitutto, l’arrivo in stazione. Fiduciosi e volenterosi, vi avvicinate alle macchinette automatiche per fare il biglietto e… sorpresa, la macchina non funziona!
Vabbè, può capitare, ancora non scoraggiati provate con quella subito a lato… no, quella accetta solo carta di credito. Okay, proviamo quell’altra… c’è un’intera famigliola di marocchini che cerca di capire come funzioni la macchinetta, selezionando come lingua il tedesco…
Okay, facciamo la coda per la biglietteria. Coda costituita da almeno 30 persone, cui risponde UN SOLO addetto,solitamente settantenne, robustello, dal volto pacifico, ma incredibilmente lento. Dopo aver smadonnato in 45 lingue diverse perché il bigliettaio non capiva la tua destinazione, il pacifico ometto ci compila il nostro buon biglietto e possiamo abbandonare la bolgia per andare al binario.
Andiamo un po’ a vedere il tabellone delle PARTENZE. Mh, il primo treno della lista è in ritardo di 30 minuti! Oh, il secondo è in ritardo di 45’.
Scorri la lista… e indovina un po’! Il tuo treno ha vinto, è in ritardo di un’ora sbaragliando la concorrenza! Ti tocca quindi passare un’oretta in stazione, frequentata dal più incredibile miscuglio di umanità.
Chi volesse intraprendere uno studio sulla natura umana penso farebbe bene a trascorrere un’oretta al giorno, ogni giorno, nella stazione della propria cittadina. Dal tossico che ti chiede 1€ per prendere il treno per “andare all’ospedale a trovare mio zio” alla signora che non ce la fa a portare la valigia da sola e quindi ti chiede aiuto per portarla su per le scale (caratteristica di costei è che, subito dopo averla aiutata, riprenderà con un certo orgoglio il possesso della valigia strappandotela di mano, nemmeno la volessi scippare), dal caratteristico trio “poliziotto secchione-militare ambiguo-poliziotta bona” che ti squadrerà da capo a piedi valutando se chiederti i documenti, alla ragazza in lacrime su una panchina per essere stata lasciata con un messaggino.
Tanti libri e tante teorie psicologiche potrebbero essere completamente sostituite da questa pratica dell’osservare  l’animo umano, e penso che la stazione sia effettivamente la più completa rappresentazione  dell’umanità.
Finalmente è passata un’ora, e la voce registrata, senza alcun pudore, pronuncia la frase: “Il treno Intercity 608, delle ore 8:07, diretto a Bologna Centrale, è in arrivo IN RITARDO al binario 3”. La pronuncia “IN RITARDO”, fatta quasi ridendo, non fa che ulteriormente dare una scossa alle tue palle, le quali si ridestano dalle riflessioni filosofiche per tornare alla loro azione naturale: girare.

Arriva il treno, i reduci fortunati dal viaggio scendono (dopo non pochi problemi nell’apertura della porta, ovviamente bloccata), sali a bordo e vieni circondato da loschi figuri, lo sguardo bieco e meschino, il volto solcato da un ghigno sarcastico: controllori.
La categoria dei controllori è stata ideata nei racconti incompiuti di Tolkien: erano elfi, una volta, torturati e corrotti dalle arti oscure, una forma di vita rovinata e terribile… e ora, messa a disposizione di Trenitalia.
Il loro ruolo è quello di rendere piacevolmente angoscianti le ore trascorse sul modernissimo vagone messo a disposizione dall’azienda; chi utilizza l’Intercity, avrà due possibilità: o la “carrozza 3”, che si configura come una onesta carrozza di un treno normale, oppure gli “scompartimenti da 6”, antiche macchine di tortura (ma antiche davvero, dato che usano le stesse da almeno 20 anni) che sono state studiate al fine di determinare una ipertonia dei flessori della coscia, tanto che al termine della traversata, il soggetto, alzandosi, sarà colpito da un crampo gentilmente offerto da Trenitalia. Altro bonus della carrozza da 6 è quello di garantire ginocchiate reciproche ogniqualvolta un nuovo sventurato membro dello scompartimento dovrà alzarsi per uscire o andare al bagno.
E chi usa i regionali? Bé, pagando meno, non si possono garantire tutti questi servizi, mi sembra ovvio. Prima di tutto il bagno: Trenitalia bandisce delle autentiche gare di resistenza, in cui i viaggiatori devono trattenere più a lungo possibile l’atto della minzione; i più cattivi usano come suoneria l’acqua che scorre, mettendosi da soli in difficoltà.
I bagni dei regionali inoltre hanno tra le loro caratteristiche quelle di NON AVERE LE MANIGLIE, garantendo un altro passatempo per i viaggiatori annoiati esperti in rapina a mano armata.

Ma tutto questo è solo una cornice, uno sfondo, su cui si stagliano i veri problemi di un viaggio in treno: i passeggeri. Essi sono numerosi e caratteristici:
-L’ORGANIZZATO: Costui, consapevole delle sue 5-6 ore di viaggio, parte programmato: ha con sé l’Ipod su cui ha scaricato la top 100 di Spotify, un computer portatile per vedere film o telefilm, due libri da 1500 pagine l’uno, due fumetti, parole crociate. La sua intenzione è quella di avere il minimo contatto con l’ambiente esterno… come dargli torto.
-IL LOQUACE: Costui/Costei è dotato di una brillante parlantina, fa discorsi interessanti e toccanti, ti intriga, stimola la tua attenzione… ma non sta parlando con te, è al telefono. Di bella presenza solitamente, ti ignora durante tutta la durata del viaggio, mentre discute ad alta voce al cellulare. E’ solito urlare ancora di più all’interno della galleria, in quanto non si rende conto del fatto che nella galleria, cazzo, non c’è campo. I suoi discorsi vanno da cosa deve cucinare la mamma stasera al nuovo film che ha visto al cinema che è “troppo avanti”. La telefonata può andare dai 30 minuti alle 3 ore e mezza, quando il cellulare non ce la fa più e si suicida.
Tanta brava gente è oggi ai domiciliari per aver assassinato un loquace.
-IL PUZZONE: Ecco, lui è uno di quelli convinti che un deodorante è in grado di sostituire completamente la doccia. E talvolta non utilizza nemmeno quello.
Non appena entra nello scompartimento, già cominci ad avvertire che la composizione delle molecole dell’aria è cambiata. Dopo 2 minuti pensi che qualcuno abbia deciso di gonfiare palloncini dalla parte sbagliata. Dopo 5 minuti esci dallo scompartimento per rimanere in corridoio, schiacciato fra le valige mastodontiche degli altri passeggeri. Tutto pur di non rimanere lì.
Ti accorgi di essere il puzzone se, quando ti alzi per andartene, noti la gioia negli occhi e i sorrisi sulla bocca dei tuoi compagni di viaggio.
-LA BANDA: Costituita da almeno 4-5 adolescenti, la banda è l’accozzaglia di G-G-GIOVANI casinisti, magari che rientrano da scuola. Costoro per dimostrare la loro gioia e spensieratezza decidono di urlare, picchiare lo sfigato di turno, lanciare palline di carta agli altri passeggeri, per la gioia della carrozza.
Poco da fare, metti le cuffie e vai avanti. Prima o poi arriverà il controllore e fuggiranno tutti quanti.
-LE VECCHIETTE: solitamente in numero di 2, una di fronte all’altra, ammorbano una platea costituita da altri vecchietti o di giovani troppo educati per dire che a loro non frega nulla. Le tematiche da loro discusse sono sempre le stesse: le emorroidi, le artrosi, che Silvio Berlusconi qualche cosa almeno la faceva, che il prezzo delle cime di rapa è salito di troppo, e roba del genere.
-I BAMBINI: Adorabili bimbetti, sguinzagliati per il treno, urlanti e privi di qualunque “parent control”. C’è poco da aggiungere. O siete ragazze estremamente sensibili, che di fronte a cotanta pucciosità cominciate a squittire e fargli le coccole… oppure il vostro viaggio sarà indimenticabile.

Queste sono solo alcune delle tante tipologie di utenti di Trenitalia, i quali, esattamente come la stessa Compagnia devono farsi riconoscere e rendere il vostro viaggio indimenticabile.

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